martedì 1 novembre 2016

La Sposa Giovane


Come si fa a non amare Alessandro Baricco? E come si fa a non dargli ragione quando se la prende un po' per il Nobel della Letteratura assegnato a Bob Dylan? (NB: personalmente non mi dispiace che il premio svedese sia andato al menestrello del Minnesota, che ha avuto il merito dell'universalità e di mettere in musica la poesia). Lo scrittore torinese ci regala ogni volta una storia, o un saggio, o un'idea, originalissimi, e scritti magnificamente. 

E' il caso - anche - di "La Sposa Giovane", romanzo pubblicato nel 2015 per Feltrinelli: una vicenda pennellata con le parole, gli umori, le sensazioni del realismo magico, senza nomi propri fra i protagonisti (a parte il maggiordomo Modesto), ma solo con il proprio ruolo all'interno della Famiglia. La Madre, il Padre, la Figlia, il Figlio, lo Zio, la Sposa Giovane, appunto. Fra ricche colazioni interminabili, rituali più o meno discreti, e paura atavica della notte, la vicenda si dipana anche con originali trovate narrative, fra tutte quella di cambiare all'improvviso l'Io narrante. E dietro le maschere dei ruoli, la Sposa Giovane, attendendo con tenacia e fiducia lo scomparso Figlio - suo promesso marito - scoprirà un mondo di passioni, doveri, pensieri, e troverà anche se stessa. Imperdibile
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