martedì 29 marzo 2016

L'esca di Alarico. Un'altra indagine del commissario Gianniteri


Ottima prova di Giulio Bruno per Falco Editore: "L'esca di Alarico" - l'indagine che coinvolge il commissario Giannitteri (mi raccomando la pronuncia: Giannìtteri!) - è un romanzo ottimamente congegnato, intelligente, scritto bene, godibilissimo. A Cosenza il freddo dell'inverno sembra essere arrivato in anticipo: siamo a novembre, e l'atmosfera, già cupa, è resa ancora più opprimente dal rapimento di un bambino di otto anni, figlio di un industriale della zona. Sarà solo la prima delle "tegole" che si abbatteranno sul commissario: Giannitteri e il suo vice Bernacci dovranno indagare anche sull’omicidio di un giovane commercialista, e su un'altra scomparsa, quella di un professore di Archeologia dell’Università della Calabria, uno dei maggiori esperti su Alarico, il re Visigoto la cui leggenda narra sia stato seppellito - nel 410 d.c. - insieme al suo tesoro,  proprio nella città bruzia. 

Ad aiutare il commissario, anche stavolta l'amico Federico Marcillei (anagramma di Camilleri, sarà un caso?), bancario di professione da sempre appassionato di letteratura noir
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